lunedì 16 gennaio 2012

ma quale politica?



Quasi un anno è passato.
Ho messo la faccia, le idee, i pensieri, il tempo e forse anche un pezzetto d'anima... nella nuova politica.
La nuova politica, quella dei fuoriusciti che sperano di rivendicare qualche diritto di prevaricazione sugli altri,
Si, la nuova politica, di quelli che l'hanno sempre fatta, l'hanno sempre vissuta e che quindi la conoscono meglio di te. perché conoscono già la materia.
Si, la nuova politica, quella data finalmente in mano ai giovani,che hanno un età media di cinquant'anni ed erano già candidati o amministratori.
Ma a chi la state raccontando?
La nuova politica, quella della condivisione, quella che ti fa immaginare un mondo migliore e che poi appena hai
finito di immaginare t'accorgi che non c'è niente al di là della siepe che non conosci...

La nuova politica, si, fatta di quelli che continuano a salire in cattedra e si parlano addosso per ore ed ore, anche se fossero pochi
minuti, e dicono sempre le stesse cose, forse anticipano o le posticipano, così per far sembrare che abbiano qualche parvenza
di variegatura, ma alla fine lo fanno solo per distrarre l'ascoltatore già assonnato...
beh, se ti viene sonno però, la politica tanto nuova non può essere, o per lo meno è nuova, ma allo stesso tempo noiosa.

Non so che altre considerazioni fare, se non che rammaricarmi che alla fine i detentori del credo e delle verità sono sempre pochi.
Sono sempre quelli e purtroppo non è detto sappiano qualcosa di più o ignorino qualcosa di meno, ma solo,per il fatto che lo nascondono,
in tasca o sotto il tappeto, sono dei politici vecchi.

Non aprono le menti, non consegnano le idee ai figli, non liberano la polvere dai libri, però predicano in tal senso annebbiando!
Credo che questa sia la peggior politica che ci poteva capitare, la mancanza di confronto, d'interazione, la carenza di diffusione
e di condivisione di idee.
Condivisione delle idee di tutti con tutti.

E soprattutto la peggior politica che ci meritiamo, almeno noi che abbiamo ancora un cuore per crederci.
E badate bene che in questo noi
non ci siete voi.


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