per più di nove mesi non ho telefonato a nessuno.
quasi come un parto, ho vissuto i travagli da sola,
le voglie alle tre di mattina.
ho rivoluzionato tutto. in poco tempo.
il modo di vivere, di dormire, di ridere, di esultare.
ho perfino cambiato il verso del letto.
poi a seconda del ciclo lunare cambio anche il senso.
la posizione in cui dormo. insomma. dove metto la testa.
ci debbono essere delle inversioni
del campo magnetico terrestre.
altrimenti non lo farei.
si insomma mi faccio investire
da tutta una serie di onde.
poi esco.
la luce solare qui ha un'intensità diversa.
e meno strati da attraversare.
l'aria è più inquinata e la pelle
delle persone ne risente.
invecchiano prima.
almeno io ho questa impressione.
vabbè che trascorrere la vita
tra sistiana, croazia e l'austria
in mezzo al mare o ai monti.
non ha paragoni di alcun genere.
poi i pecorini del carso.
le spremute d'uva
e d'olive.
insomma vi sembra
nell'aria vibri
un po' di malinconia?
nostalgia...
può essere...
è tempo di mare, di vacanza...
solitamente io comincio le uscite in bici
al primo tentativo di raggio di sole
quindi fine gennaio... e le continuo
fino al primo fiocco di neve
anzi con la neve esco!
eccome... vuoi mettere farti un giro
sul carso in mtb con la neve
mentre nevica magari?
in solitaria?
poi da quando è concesso al mondo
l'utilizzo dell'infradito
flip flop
non lo disdegno da aprile ad ottobre
in media
e mi calo di fronte all'acqua salina
nelle ore d'alba e tramonto.
o di notte.
ho un bel rapporto con il sole.
ma ultimamente credo bisogna
evitarlo tra le 11 e le 17 almeno
e comunque io preferisco
Le Brezze!
e le brezze di mare e di monte
si formano per piccole variazioni
di pressione all'alba
e al tramonto.
le brezze...
ed è il momento migliore
per arrivare al mare!
perchè è il momento in cui
il mare è ancora solingo
e si agita a disporre
i ciottoli con
precisione
granulometrica.
in natura tutto è estremamente preciso.
e che le macro e micro forze
non sono percettibili all'occhio umano
ma credetemi.
tutto è perfetto.
come quando un uomo
per sfuggire alla paura di un amore
fa un figlio
la vita è così frenetica a volte
e la paura di disilludere
le aspettative così alta
che ci si ritrova incastrati
a girare in una ruota infinita
neanche fossimo criceti
in un laboratorio.
cavie
che a seconda dell'immissione
di farmaci trovano con
più o meno facilità
la via d'uscita.
ma per chi è stato tutta la vita
abituato a vivere
dentro dei confini prestabiliti
è molto difficile
una volta fuori
gestire la libertà.
perchè la libertà è sofferenza.
libertà è diversità.
è come un drogato
quando esce da una
casa di comunità.
un prigioniero
da un campo di concentramento.
un galeotto
dalla prigione.
ho scoperto che nello srilanka
ci sono delle regole
fortissime
come credo anche in india
sapevo che tutto
era diviso in caste
che c'era questa
forte appartenenza alla casta
ma non che se un personaggio
decide di uscire da tale meccanismo
tutta la famiglia viene bandita.
se uno viene scoperto
imbrogliare copiare
all'università viene bandito
cacciato e nessuno della
famiglia
può andarci per vent'anni
o su per giù.
adesso mi ricordo freud
in totem e tabù.
le antiche tribù.
e i loro riti pagani.
i lupi e la gerarchia dei loro branchi.
la cooperazione.
l'unione fa la forza.
la decelerazione
dell'individualità.
ma quando l'individuo
deve soccombere
a favore della massa.
e quando le regole della società
sono salutari
per la crescita equilibrata
di tutti gli
individui?
insomma quando la società
non contamina l'uomo
con il suo marciume...
e quanto l'uomo
da solo
come individuo
può fare ed operarsi
per tamponare
la ferita...
quando bisogna amputare
quando bisogna usare gambe di legno
e quando mollare
tutto e lasciarsi vivere?
ecco io sono contraria al lasciarsi morire
ho ripreso tutti i contatti
quando uno di loro
si è lasciato morire
e non passa giorno in cui non pensi a lui.
a che cosa
avrei potuto dire o fare
per fargli scattare dentro
quel qualcosa
che lo avrebbe fermato.
non mi faccio delle colpe
e neanche credo che qualcuno abbia responsabilità
in questo.
ci sono dei malesseri
insiti
in ognuno di noi.
latenti.
bisogna saperli ammaestrare.
a volte ci logorano.
a volte riusciamo a padroneggiarli.
a volte sono così infimi
che sembrano essere spariti.
e invece riappaiono all'improvviso.
ti colgono di sorpresa.
alla sprovvista dai sensi del mondo
e sei disarmato.
disarmante.
stare un po' in silenzio
ti fa scoprire dentro di te una piccolissima chiave
una molla...
è come un domino
toccato un pezzo tutti gli altri cadono
in sequenza.
e tutte le finestre si aprono.
e l'energia riprende a girare.
bisogna sapere dove andar a cercar quella piccola chiave
sempre.
dalla tua morte ho imparato questo.
anche quando non arrivo più a parlare
anche quando sono stanca e dico basta
provo
provo sempre a tirar fuori quella chiave
da ognuno
sempre.
credo questo sia un mio modo
di essere utile all'umanità.